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L'uso di SSRI nei pazienti con sindrome coronarica acuta necessita di attenta osservazione


Gli inibitori selettivi del riassorbimento della serotomina ( SSRI ), noti farmaci antidepressivi, inibiscono l'attivazione piastrinica e possono pertanto influenzare l'outcome ( esito ) nei pazienti con sindromi coronariche acute.

Uno studio retrospettivo, eseguito su 1.254 pazienti che presentavano sindromi coronariche acute, ha confrontato il sanguinamento in ambiente ospedaliero e l'incidenza di eventi cardiaci in 158 pazienti trattati con SSRI, rispetto ai pazienti che non avevano ricevuto questi farmaci.

Tutti i pazienti sono stati trattati con un inibitore della glicoproteina IIb/IIIa, e quasi tutti hanno assunto Acido Acetilsalicilico ( Aspirina ), Clopidogrel ( Plavix ), ed Eparina.

I pazienti che hanno ricevuto un SSRI presentavano una maggiore probabilità di andare incontro a sanguinamento ( 37,3% versus 26,6%; OR=1.65; p=0.04 ), ed una minore probabilità di recidive di ischemia miocardica, insufficienza cardiaca, o aumento asistomatico degli enzimi cardiaci, mentre erano in ospedale ( 7% versus 13,9%; OR=0.46, p=0.04 ).

Non sono state osservate differenze riguardo alla morte, infarto miocardico durante l'ospedalizzazione, rivascolarizzazione urgente, o sanguinamento maggiore.

Il sanguinamento e gli eventi cardiaci non sono stati influenzati dagli antidepressivi ad eccezione degli SSRI.

L'uso di un inibitore selettivo del riassorbimento della serotonina durante il ricovero ospedaliero per una sindrome coronarica acuta, è associato ad una ridotta incidenza di ischemia ricorrente, scompenso cardiaco, o aumento degli enzimi cardiaci, ma a spese di un'aumentata incidenza di sanguinamento nei pazienti sottoposti a terapia antiaggregante piastrinica ed Eparina.

I medici dovrebbero tenere sotto osservazione i pazienti con sindrome coronarica acuta che assumono, oltre alla terapia antiaggregante, i farmaci antidepressivi SSRI. ( Xagena2007 )

Ziegelstein RC et al, Am J Med 2007; 120: 525-530

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